L'orecchio di Beethoven

Con il sostegno della Banca Popolare di Verona e della Fondazione Giorgio Zanotto, martedì 10 marzo alle ore 21, in data unica a Verona, andrà in scena al Teatro Nuovo L’orecchio di Beethoven, spettacolo scritto e interpretato da Massimiliano Finazzer Flory, con un quartetto di musicisti della Filarmonica della Scala di Milano.Il Concerto è gratuitamente offerto dalla Banca Popolare di Verona. Informazioni e biglietti d’invito si possono richiedere – fino ad esaurimento dei posti disponibili – presso le filiali di Verona della BPV o presso la Fondazione Giorgio Zanotto. “L’orecchio di Beethoven” è uno spettacolo in cui si mette in scena la creatività dei linguaggi dell’arte attraverso un format innovativo tra teatro e musica. È un’intensa performance teatrale scritta e interpretata da Massimiliano Finazzer Flory, incentrata sull’etica dell’ascolto, che si avvarrà della collaborazione di un quartetto d’archi. La rappresentazione si svolgerà attraverso il racconto della vita del grande compositore Ludwig van Beethoven. Con un duplice obiettivo: da un lato mettere in luce l’importanza delle passioni e delle emozioni per l’uomo, per creare in nome libertà un progetto culturale per l’Europa; dall’altro narrare l’incontro e aprire il dialogo tra il linguaggio universale della musica e il teatro dove protagonista è la responsabilità sociale dell’ascolto. Insieme a Finazzer Flory protagonista anche un quartetto d’archi (violino, violino, viola, violoncello) che interpreteranno nel corso dello spettacolo: op. 18 n. 4, 1° movimento; op. 59 n. 2, 3° movimento; op. 131, 1° movimento; op. 130, 4° movimento; Inno alla Gioia (trascrizione ridotta). Sceneggiatura (Atto unico in cinque scene, circa 65 minuti) Finazzer Flory incalza Beethoven, lo interroga, gli parla della sua vita, lo descrive, gli chiede di apparire, di alzarsi e camminare verso di noi. Di parlare. Ma il compositore è affetto da sordità, eppure risponde: con la sua musica, i suoi quartetti. Lo capisce (e ci capisce) meglio di quanto noi lo possiamo comprendere. Perché il suo orecchio – Beethoven – l’ha nel cuore. E al tempo stesso nella mente. Così, con questa performance viene messo in scena il suo spirito. E parole come libertà, destino, volontà, gioia, solidarietà… Il testo in scena è il risultato di un impegnativo lavoro sugli appunti, il Diario e le corrispondenze ufficiali di Beethoven e le testimonianze di grandi scrittori e pensatori dell’epoca (Goethe, Schiller, Grillparzer…) che avevano dialogato e si erano misurati con il compositore tedesco. Scenografia Una singola sedia sul palco – vuota e rivolta con lo schienale verso il pubblico – per evocare la presenza del grande maestro e creare un’atmosfera suggestiva. Lo spirito di Beethoven si materializza così grazie alle esecuzioni del Quartetto d’archi, che replicano e interagiscono in musica con le parole di Finazzer Flory. Questo viaggio tra realtà, storia e ideali ci condurrà alla scoperta delle idee rivoluzionarie dell’arte di Beethoven, per conoscere i sentimenti più profondi e offrire al pubblico l’emozione di “sentire” attraverso le parole e la musica gli antichi e nuovi ideali di libertà e di partecipazione sociale. Guarda anche La musica che viene dal silenzio