Progetto Burundi – Università di Verona

 

Sarà la Fondazione Zanotto a gestire, per i prossimi tre anni, le attività organizzative da mettere in campo per la realizzazione del "Progetto Burundi – Università degli Studi di Verona". L'ateneo scaligero infatti da alcuni anni sostiene, con una spesa di circa € 50.000 annui, una scuola di medicina nella capitale del Burundi, retta da un gruppo di docenti della facoltà veronese che a turni mensili garantiscono lo svolgimento delle lezioni per tutto il periodo degli studi. L'iniziativa ha riscosso molto interesse nei giovani studenti del posto. La scuola ha già diplomato i primi 80 paramedici ma oggi il solo contributo dell'Università di Verona non può garantire il regolare svolgimento delle attività e ovviare alle innumerevoli carenze. L'Università di Verona ha chiesto perciò alla Fondazione Giorgio Zanotto, data la sua missione di promozione sociale, di coordinare l'iniziativa, coinvolgendo nel progetto altri soggetti. Tra questi il Banco Popolare di Verona e Novara, che lo scorso anno ha contribuito con 30.000 euro, la stessa cifra che verrà stanziata dalla ditta Bauli e dal Gruppo Tosoni nell'arco di tre anni, il Comune di Verona ha assicurato il suo sostegno con euro 20.000 ogni anno e la Provincia che si è impegnata per il 2007 con 25.000 euro. Inoltre la scuola ha potuto beneficiare della fornitura da parte della ditta Biondani di circa 1.000 mq di mattonelle di rivestimento già utilizzate per l'ospedale di Ngozi, e di un generatore di oltre 25.000 kw dalla ditta Pedrollo. Il progetto ha come obiettivo lo sviluppo degli studi medici e il miglioramento dell'assistenza sanitaria in quella che è una delle regioni più povere del centro-Africa. La sede operativa è nella città di Ngozi, situata nel nord del Burundi,  e, oltre che dall'Università di Verona, è sostenuta  dalla fondazione Pro-Africa presieduta da cardinale Ersilio Tonini. L'iniziativa si articola fondamentalmente  nel promuovere l'attività didattico-formativa e nel sostenere il funzionamento dell'ospedale di Ngozi (recentemente ristrutturato grazie ad un cospicuo finanziamento della Banca Mondiale) come struttura di insegnamento universitario. L'obiettivo  è di migliorare l'assistenza sanitaria, che attualmente presenta grossi limiti.

Al progetto sono associati l'Azienda Ospedaliero Universitaria di Verona e l'Ospedale don Calabria di Negrar, che mettono a disposizione medici e tecnici, e l'Unione Medico Missionaria Italiana per l'amministrazione dei fondi che la Fondazione pro-Africa invia per la gestione dell'ospedale. Il referente è il professor Filippo Rossi della Facoltà di Medicina dell'Università di Verona.

Il progetto didattico prevede, nell'ambito del corso per paramedici, l'organizzazione di missioni didattiche.

Inoltre è stato inviato materiale formativo e sono state poste le basi per l'organizzazione di una biblioteca, dato che gli studenti non hanno la possibilità di acquistare libri di testo. Intanto è in avanzato stato di costruzione un centro didattico, donazione della Fondazione Cariverona, con aule, laboratori, biblioteca sale studio e sala telematica. Al corso per diploma di paramedico, che dura 4 anni, sono iscritti circa 300 studenti di varie nazionalità, molti dei quali vivono in gravi ristrettezze economiche e precarie condizioni logistiche. A regime dovrebbero essere da 30 a 40 i diplomati per anno, così da migliorare la situazione della sanità pubblica, su cui grava anche la carenza di personale sanitario. Nel Paese, che ha circa 7 milioni di abitanti con un'aspettativa media di vita di 39 anni, , ci sono circa 400 medici iscritti all'albo e il rapporto con gli abitanti è di 1/50.000.

Nell'ambito del contributo alla gestione dell'ospedale di Ngozi, nel 2006 ha avuto un buon risultato il corso teorico-pratico di rianimazione neonatale per infermieri tenuto da docenti dell'Università di Verona e coordinato dal professor Ezio Maria Padovani, pediatra neonatologo dell'Università di Verona. Su questa linea sono programmati altri corsi, tra cui uno di anestesia e rianimazione della durata di un anno, insieme al quale sarà organizzato un nuovo servizio di anestesia e rianimazione anche con l'invio di attrezzature dimesse dal Policlinico dell'Università di Verona. Le Lezioni saranno tenute da quattro docenti dell'ateneo scaligero, due dei quali fissi a Ngozi per un anno. Tra le nuove iniziative in cantiere c'è anche l'istituzione di un Centro di riferimento di oncologia Pediatrica presso l'ospedale. Da gennaio uno specialista di Verona è in Burundi per un'indagine epidemiologica legata alla diagnosi di alcuni casi di linfoma. I linfomi in Africa sono piuttosto frequenti tra i bambini ma alcuni tipi, diagnosticati precocemente, possono essere curati con successo pur avendo a disposizione mezzi limitati. Interessante sottolineare da cronista come tutta la città e le sue istituzioni pubbliche e private si siano attivate per prendersi in carico questa nobile iniziativa assicurandone anche il mantenimento nel tempo.