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Trattamento delle Sindromi Discinetiche (2005-2009)

Progetto in collaborazione con il Dipartimento di scienze neurochirurgiche e della visione dell’Ospedale civile Maggiore di Verona, per il trattamento innovativo delle sindromi discinetiche con distonia generalizzata, che prevede l’impianto di elettrostimolatori cerebrali di profondità con monitoraggio neurofisiologico intraoperativo.

Da qualche anno si è costituito a Verona un gruppo di lavoro polispecialistico che raggruppa neurologi, neurochirurghi, neurofisiologi e neuroradiologi impegnati da un lato nel trattamento multidisciplinare dei disordini di movimento, dall’altro nel monitoraggio neurofisiologico e nella mappatura “integrata” anatomo-radiologico-funzionale delle regioni celebrali di più critico accesso chirurgico. A questo sforzo lavorativo preconizzato negli scorsi decenni dall’appassionato lavoro di alcuni padri fondatori delle neuroscienze veronesi (quali il Prof. Bricolo, il Prof. Dalle Ore e il Prof. Terzian) partecipa oggi una nutrita rappresentanza di neurochirurghi dell’Ospedale di Borgo Trento (Prof. Gerosa, Dr. Nicolato, Dr. Tabacchi, Dr. Sala, Dr. Longhi, Dr. Foroni), l’èquipe dei neurologi e neurofisiologi di Borgo Trento e Borgo Roma (Prof. Fiaschi e Prof. Rizzato, Dott. Moretto, Prof. Tinazzi, Dott.sse Fincati, Bertolasi, Ottaviani, Dr. Manganotti).
Si tratta di un vero e proprio “upgrade” operativo ormai affermatosi nei maggiori Centri clinici europei ed italiani, e che ha portato nella nostra città un ventaglio di nuove possibilità terapeutiche per molte patologie neurologiche: dalla “awake surgery” per i tumori di aree cerebrali critiche (paziente operato da sveglio per controllare ogni momento delle sue funzioni intellettuali e verbali), al trattamento chirurgico delle sindromi discinetiche con elettrostimolatori di profondità (“deep brain stimulation”) inseriti nei centri cerebrali che comandano il movimento.

Proprio le sindromi discinetiche rappresentano malattie pesantemente invalidanti, talvolta legate ad anomalie geniche, ma più spesso ad una causa ancora non nota. La loro incidenza statistica non è trascurabile. Demograficamente parlando, la più diffusa è il morbo di Parkinson, che interessa alcune centinaia di migliaia di pazienti nel nostro Paese, e che – come noto – è caratterizzato dalla variabile combinazione di alcuni importanti sintomi: rigidità, povertà di movimenti, tremore. Grazie all’attività del team polispecialistico, a Verona sono oggi disponibili tutte le principali forme di terapia (medico-farmacologica, riabilitativa, ecc.) per questo tipo di patologia, inclusa l’operazione neurochirurgia.
Vi sono poi forme più rare di sindromi discinetiche, tra queste la distonia muscolare, caratterizzata da contrazioni muscolari prolungate e involontarie di muscoli agonisti e antagonisti, che colpiscono una o più regioni del corpo, causando movimenti torsionali ripetitivi e posture anomale. Nel nostro Paese la prevalenza di questa malattia è attualmente ritenuta intorno ai 15-20 soggetti per 100.000 l’anno: si registrano cioè annualmente circa 9.000 nuovi casi. La storia clinica inizia di solito nella prima adolescenza ed ha un decorso progressivo, provocando dapprima una grave disabilità, poi – col passare degli anni ma ancora in giovine età- una vera e propria paralisi. I costi umani e sociali sono quindi rilevanti.

Il trattamento iniziale è di tipo “conservativo”, prevalentemente legato a cure fisiochinesiche e farmaci (sintomatici, anticolinergici, baciofene, tossina botulinica). Esso risulta spesso poco efficace nel medio e lungo termine. Proprio per sopperire a questi limiti terapeutici, negli anni ’90 si erano tentate soluzioni neurochirurgiche praticando la cosiddetta talamotomia o la pallidotomia: interventi che miravano alla distruzione selettiva –tramite inserzione di sonde meccaniche, strumenti di radiofrequenza, o con l’uso di radiazioni ionizzanti – di peculiari centri nervosi profondi nell’encefalo – nuclei talamici o “nucleo pallido interno” – verosimilmente protagonisti di scariche anomale che alteravano la trasmissione degli impulsi nervosi dalla corteccia cerebrale fino ai centri nervosi sottostanti. I risultati erano abbastanza modesti e le complicanze chirurgiche non trascurabili. Con l’avvento degli anni 2000, queste metodiche sono state soppiantate da un nuovo tipo di intervento, sempre di neurochirurgia stereotassica: l’inserzione degli elettrostimolatori cerebrali di profondità appunto nel globo pallido interno. Queste “sonde” –opportunamente raccordate ad un “pace-maker” munito di batterie ed inserito sul petto del paziente, sono in grado di emettere stimolazioni di elevata frequenza, che possono inibire e bloccare le scariche anomale a partenza dal nucleo stesso, ripristinando così i normali circuiti di elettroconduzione nervosa.Le prime casistiche pubblicate in letteratura riportano miglioramenti estremamente consistenti, fino all’80-90% degli indici di performance. Nella maggior parte dei malati si può ottenere un ritorno alla completa autosufficienza e, talora, la ripresa di attività lavorativa. Si sono, invece, drasticamente ridotte le complicanze e gli effetti collaterali.

In Italia questo tipo di intervento viene eseguito solamente in 3 Centri e nessuno di questi è in Veneto. Un “gap” che il gruppo di lavoro veronese sta cercando di colmare, chiamando a raccolta attorno a questo progetto Enti ed Istituzioni cittadine per acquisire i necessari supporti finanziari. Il progetto di ricerca ad hoc che il Prof. Gerosa ha presentato alla Fondazione Zanotto si propone un duplice obiettivo:
1) costituire un team multidisciplinare di riferimento in questo campo, per la diagnostica, la terapia e il controllo a distanza dei pazienti affetti da questo tipo di patologie;
2) ottimizzare tutte le varie fasi dell’intervento affinando l’esperienza nella fase di cosiddetta microregistrazione intraoperatoria, cioè di “mapping” elettrofisiologico dei nuclei nervosi coinvolti nella patologia di movimento.

Data la rilevanza di questa problematica, risultava cruciale l’acquisizione di un giovane laureato con specifica competenza nei monitoraggi neurofisiologici. Proprio in questo campo, La Fondazione Zanotto si è fatta carico di un fondamentale sostegno, finanziando una borsa di studio biennale, che è stata assegnata al Dott. Vincenzo Tramontano, specialista in tecniche neurofisiopatologiche e di monitoraggio intraoperatorio. Egli si inserirà nello staff veronese portando un contributo tecnico estremamente qualificato nel mappaggio elettrofosiologico cerebrale. Anche questa iniziativa si inserisce nelle linee guida della Fondazione Giorgio Zanotto, nel rispetto della propria missione caratterizzata da un lato a favorire il buon governo della cosa pubblica e lo sviluppo del capitale intellettuale di Verona attraverso interventi rivolti alla ricerca, alla formazione, alla cultura amministrativo finanziaria, e dall’altro a favorire l’affermazione di giovani talenti in grado di accrescere sia il patrimonio scientifico che la ricchezza di valori del territorio veronese.