Concerto Auguri 2007

 

Note sul programma

Scritta nell'aprile del 1774, la Sinfonia KV 201 in la maggiore rappresenta nella produzione mozartiana l'affermazione di una personalità "galante" già consolidata. Ognuno dei quattro movimenti che la compongono, infatti, costituisce un'unità espressiva individuale in cui i ritmi puntati e le numerose figure retoriche giocano tra elementi lirici, scatti improvvisi di gioia ed estrosità  di forte articolazione drammatica.

Anche lo stesso Mozart ne andava orgoglioso dal momento che, ancora nel periodo viennese del 1781, le proponeva nelle sue "Accademie". Scritta nel 1791, (anno della morte),  l'Ouverture  dell'opera " La Clemenza di Tito" KV 621, conserva nella forma il carattere solenne della Sinfonia operistica italiana ma con la plasticità melodica e la  strumentazione raffinata che caratterizza le ultime pagine del compositore.

L'abbozzo e la stesura del Concerto n°5 Op.73 per pianoforte e orchestra di L.van Beethoven risale all'anno 1809 e fu stampato ai primi del 1811 con dedica dell'arciduca Rodolfo d'Asburgo: probabilmente fu presentato la prima volta il 28 novembre 1811 a Lipsia nella settima serata della stagione della Gewandhaus dal pianista Schneider sotto la direzione di Schulz. Sempre nel 1811, il concerto fu eseguito al pianoforte da Carl Czerny suscitando tra i presenti una forte impressione per la grandiosità e l'originalità della sua forma. Nel 1822 la "Zeitung fur Theater und Musik" parlava di un "meraviglioso quadro sonoro….originale, frappant, anche se spesso percorso da tratti bizzarri e barocchi che solo la profonda, eccentrica personalità del geniale Beethoven poteva produrre. Il titolo "Imperatore" che ormai accompagna stabilmente l'Op.73 non è invece originale e sembra sia stato introdotto dal pianista, editore e compositore J.B.Cramer:si tratta di un epiteto appropriato, e può essere messo in relazione con la contemporanea occupazione di Vienna dei francesi di Napoleone imperatore, oppure per le analogie con la Sinfonia "Eroica" e la propensione alla costruzione di un lavoro maestoso e solenne testimoniato anche dagli appunti apposti a lato degli abbozzi del primo movimento ( "Canto di trionfo per il combattimento! Attacco! Vittoria!") E' poi probabile che il termine "barocco" circolante nelle prime recensioni si riferisse alla vistosa novità formale delle cadenza, tolta alla sua posizione tradizionale nel finale del primo movimento ("non si fa nessuna cadenza, ma si attacca subito il seguente", scrive in italiano Beethoven) e disseminata qua e là nel corso della composizione, a cominciare dal trionfale esordio introduttivo. Lungi dal rispecchiare un clima di riflessione tragica, il gruppo di opere a cui il Concerto Op.73 appartiene si inserisce in una schiettezza e serenità di modi, di cui la Sesta Sinfonia"Pastorale", terminata nella primavera del 1808, può dirsi la matrice più decisiva e imponente ma è anche difficile non considerare il riverbero di tali ideali della Settima Sinfonia, del 1811, che segna il termine di "questo" periodo beethoveniano.