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Criminalità Organizzata. Economia e finanza. Quale via di uscita?

In collaborazione con il Collegio Universitario Femminile Don Nicola Mazza, la Fondazione Giorgio Zanotto ha il piacere di ospitare Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica a Reggio Calabria, Mario Giulio Schinaia, Procuratore della Repubblica a Verona e Giovanni Castaldi, Direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, per un convegno di grande rilevanza sui temi della lotta alla criminalità organizzata. L’incontro, aperto a tutti, si terrà Martedì 21 settembre 2010 alle ore 17,15 nell’Aula Magna del Polo Didattico Zanotto (Università). Chairman Nicola Sartor, Ordinario di Scienza delle Finanze presso il nostro Ateneo. La crisi della legalità si manifesta nel nostro Paese anzitutto nell’esplosione della grande criminalità… Se mancano chiare e legittime regole di convivenza, la forza tende a prevalere sulla giustizia, l’arbitrio sul diritto, la libertà è messa a rischio fino a scomparire. La legalità costituisce perciò una condizione fondamentale perché vi siano libertà, giustizia e pace tra gli uomini (Conferenza Epicolpale Italiana, Educare alla legalità, 1991) Attraverso l’utilizzo di proventi derivanti da attività illecite le organizzazioni criminali potrebbero progressivamente, attraverso investimenti mirati, acquisire il controllo di rilevanti parti dell’attività economica e finanziaria della collettività. con questo incontro si vuole dimostrare che anche attraverso iniziative apparentemente minime si possano offrire ai giovani che vivono nei territori a più alta incidenza di malavita opportunità di lavoro e di progresso civile e morale. La criminalità organizzata non è più un problema esclusivo del Sud, tanto è vero che il 10 maggio scorso governo e Confindustria hanno firmato il Protocollo di Legalità, sul modello di quello adottato da Confindustria Sicilia contro le infiltrazioni mafiose nel tessuto produttivo del territorio. Il Fondo monetario internazionale stima che il riciclaggio di denaro riguardi una quota dell’economia che va dal 2 al 5% del prodotto interno lordo mondiale. Per quanto riguarda l’Italia, supererebbe l’11% del pil. L’economia criminale ormai viaggia fuori dai confini ristretti del Sud: ‘Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra fanno affari in tutta Italia e nella sfera di interesse dell’economia criminale entrano non solo politica, appalti, e imprese ma sempre più la finanza. Il risultato è il venir meno di una netta separazione tra economia legale e illegale e l’affermarsi di un’economia finanziaria legale dal punto di vista formale che agisce però illegalmente. Basti pensare che nei cosiddetti paradisi fiscali si stimano 11.000 miliardi di dollari non tassati ed è realistico ipotizzare che una percentuale consistente di questa enorme massa di denaro sia frutto di attività illecite. Per di più la crisi offre alla criminalità terreno fertile, data la  disponibilità di ingenti quantità di denaro da investire e la crescita dell’usura. A sviscerare i vari aspetti del fenomeno sarà Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, autore del libro edito da Mondatori “La malapianta”, nel quale racconta la ‘ndrangheta e la sua evoluzione con numeri e cifre: il fatturato annuo dell’organizzazione criminale calabrese è di 44 miliardi di euro, il 2,9% del Prodotto interno lordo. Una “malapianta” che trova il proprio nutrimento soprattutto nel traffico di droga: la ‘ndrangheta controlla quasi tutta la cocaina che circola in Europa, ricavandone 27.240 milioni di euro all’anno. Un’ascesa a cui si affianca il degrado sociale e ambientale della Calabria, sfruttata dalla criminalità e abbandonata ai propri problemi di antica data. Con lui Giovanni Castaldi, Direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia,  a cui la legge attribuisce il compito di prevenire l’utilizzo del sistema finanziario e di quello economico per fini di riciclaggio (cfr. Banca d’Italia, UIF, Rapporto Annuale 2009). La Banca d’Italia ha scoperto circa 15.000 operazioni sospette nella prima metà del 2010, il 52 per cento in più rispetto all’anno precedente (cfr. Banca d’Italia, UIF, Rapporto Annuale 2009). Recenti fatti di cronaca sembrano peraltro avvalorare l’ipotesi avanzata di recente dal Procuratore della Repubblica di Verona Mario Giulio Schinaia, anch’egli tra i relatori, su probabili infiltrazioni della criminalità organizzata nel veronese. Schinaia è impegnato in prima linea nella vigile sorveglianza di non contaminazione mafiosa sulle grandi opere previste dal piano di sviluppo di Verona. Coordina il Prof. Nicola Sartor, Ordinario di Scienza delle Finanze – Università degli Studi di Verona